Racconto di fantasia in Italiano frammischiato con un po' di napoletano. Scritto in versi rimati da Vittorio Gambardella. Come Dante per la Divina Commedia, così io, fatte le dovute distanze, sono stato in Paradiso ricevuto da San Procolo, protettore di Pozzuoli. (Il paese della Sophia Loren.) S'incontrano eroi, personaggi storici, gente importante, e soprattutto Santi, e si scherza con loro, giocando sui nomi e svelando alcune curiosità.
sabato 29 novembre 2008
Viaggio Oltretomba
Capitolo - X - Ritorno sulla Terra.
- Dottore correte, si sta svegliando, fate presto venite a vedere?
Grazie Padre Pio che mi hai fatto la grazia; Grazie cuore di Gesù;
Grazie Madonna del Carmine; e grazie ai Santi che hanno questo potere.
- Signora, qualche ringraziamento anche per noi che stiamo quaggiù
ve lo volete risparmiare? - Certamente, siete stati uno più bravo
dell'altro, e vi ringrazio con la faccia per terra. Gesù; manda pace
e prosperità in tutte le loro case!… - Maria cosa fai qua sopra? Stavo
appunto parlando di te con S. Procolo e gli stavo dicendo ch'è mendace
quello che mi aveva detto Gabriele. Che tu non sei capace di vivere
senza di me...e tu invece non ce l'hai fatto più ad aspettarmi, e sei
venuta da me? - Calmati non parlare, non ti stancare...- Fatemi vedere,
sono il Dottore! Bravo giovanotto. Se le è andata bene ringrazi costei,
che ha avuto la costanza di stare notte e giorno vicino a lei!
- San Ciro, mi dispiace per questa poverina che se ne andata via
senza il mio conforto: "Adesso che torno che faccio io solo senza Lei? "
Forse è meglio se resto dove mi trovo e le faccio compagnia!
Una stanza per due si può avere? Se è vietato, dateci due confinanti.
- Signora, non pensi a ciò che dice: "Ha il cervello come un vetro
fumè. "Al risveglio dopo un lungo coma, dicono di aver visto santi
e di aver volato fino alla porta di San Pietro e poi tornati indietro!
- Povera Maria mia, come mi dispiace: "e pensare che tua madre se ne
va girando per qua sopra come una villeggiante. Te lo dicevo io Maria:
“Quella viene appresso le esequie di tutti quanti voi.” Anzi non viene
neanche: "Non glielo dicono per tema che gli vada il cuore in avaria!"
- Vittorio, è stato un miracolo; hai preso una brutta botta
quando sei caduto... - Sono caduto? Lo dicevo io a quel vecchiaccio
che per risparmiare mi faceva fare la fine del tracco. Una lotta,
ho fatto per avere un viaggio più sicuro, ma con un poveraccio
si vede che alla fine mi ha fatto viaggiare. Maria mi confondi;
sento che il mio cervello fonde, ma chi è caduto; non io, ma tu?
Te lo dicevo io a non salire su quello scaletto con i piedi tondi,
sempre a mettere e smontare tende; Te lo dicevo: qualche volta fai Bùù
e ti rompi la testa! - Vittorio, non io, ma tu, sei caduto;
e proprio da dove hai detto tu : da sopra lo scaletto.
- Se lo acchiappo a quel santo: "Secondo me dev'essere scaduto!"
Gli farò vedere i sorci verdi: a lui e i suoi amici Aladino e Romoletto!
Dove mi hanno lanciato: sul balcone? oppure quei figli di mignotta
mi hanno buttato sul selciato? - Vittorio hai dato una capocciata
che s'è sentita per il vicinato. Meno male che la testa non s'è rotta:
"Hai la testa più dura del pavimento: "Si è solo rintronata!"
- Maria, scusami se me ne sono andato senza lasciarti un biglietto;
ma è stata una partenza in tutta fretta. Una notte mentre dormivo,
e anche tu dormivi, è venuto l'Arcangelo Gabriele e mi ha detto
che dovevo fare un lungo viaggio e che s'arrabbiava se non lo seguivo.
- Vittorio, riposa e conservati qualcosa per un'altra volta.
- Ma io devo dirti di San Procolo e di San Pietro... - Lo so;
me lo racconterai poco per volta: "Mica devi partire anche stavolta?
- Maria, perché non mi stai mai a sentire: io senza te adesso come fo?
- Non ti preoccupare; staremo sempre insieme. - A volte penso di stare
giù da te; e subito dopo sei tu sopra da me. A proposito, il nullaosta
per qui, ti spetta di diritto: "Per sacrifici fatti"; io qui posso solo sostare,
poi dovrò a terra tornare. - Vittò, girati che il dottore ti mette una supposta
per farti riposare. - Maria, tu lo sai che a me le supposte
non mi piacciono. - Signor Vittorio mica la deve prendere per la gola:
dove la metto io non sentirà gusto. - E chi me lo assicura che proposte
omosex non accetterò in seguito? - Se succedesse lei sarebbe la sola
persona al mondo che ha avuto questo tipo di partenza…- Partenza?
devo partire; San Prò vi raccomando; i soldi che spendete ve li mando,
poco alla volta, ma giuro che ve li renderò. Un Angelo con più potenza
mi dovete dare: gli Angeli di Aladino & Romoletto, mi mandano allo sbando!
Uh comme è bella questa guagliona cu chesti perzechelle: fa mancare il fiato...
Santa Lucia venneva a muzzarella; aggiu visto o Re, e la mia mamma...
mi sento ammanca’ e forze, sto murenne forze? - Dottò s'è addormentato.
- Signora, appusiliatevi anche voi: tanto quando si sveglia chiamma.
- Signora, dice bene il dottore; dormite pure voi, così chiudiamo
gli occhi pure noi. - Ueh, Don Chicò; mi vulissive pure dicere quant'aggia
durmì e quant'aggia sta scetata? - Signò qua non dormiamo
da quando si è svegliato vostro marito, perciò fateci il piacere! - Mannaggia
a voi, Don Chicò! Io me sto' zitta per non far svegliare mio marito; altrimenti...
- Va bene lo stesso; basta che dormiamo. - Chi è che sta facendo
questo chiasso? Se continuate a far baccano caccio fuori tutti i parenti...
Non avete pietà per questo poverino che finalmente sta dormendo
un poco? - Dottore pure voi facite è jacuvelle? Azz’, vuje penzate
solo a isso e a noi non ci state cacando proprio: "Forse perché
la signora è più giovane di noi? " - Uèhhh Chicò io vi jench’ ‘e mazzate
se ricite stì strunzate! - Signora; non lo pensate a quello, sentite a me!
- Ecco, bravo, non mi pensate: basta che mi fate dormire un poco.
- Ave ragione il Signore Gesù; però a me mi ha fatto fesso. “Non mi compete!”
mi ha detto. “Tutte le altre domande devi farle a mio Padre quando sarai in loco.”
Dovevo dire: Quando va bene siete una sola cosa; e quando no, vi dividete?
- Avimme fernuto e fa l'opera dei pupi: chist’ già s'è scetato.
- E' chiù buon; Don Chicò: n’ata vota v'imparate a fa lo scustumato!
- L'opera dei pupi? Marì; puortame sotto a neve, int ‘a chella stanza,
piena di pulci, voglio vedè quanne accidene il traditore Cano di Maganza.
Uhhh Marì! Sento n'uosm': è Padre Pio? - Vittò: "So pasta e fasule
attaccati sotto a caccamella." - A quant tiemp nun m'è magnave!
Marì appripare; quant’ simme? - Vittò si tu sule!
- Marì sei sempre distratta; contavi quanti eravamo: basta che t'avutave?
Nun vide a Liquori, a Proculo, a Ciro, e song tre.
Nun da retta ad Aladino e cumpagnia: a chill’ ne’ ‘nvitamme.
Poi ci stanne Gabriele e Romoletto; e poi io e te!
Simme sette, un numero perfetto. Uagliù magnate: aroppe pariamme!
- Dottò chist vò pasta e fagioli; se li può mangiare?
- Signora sono pesanti. - Dottò, mio marito..."ha gli ospiti d'onore."
- Per lui solo roba liquida; gli ospiti si possono abbuffare...
poi piano piano lo svezziamo: (se scetat’ ca famme stu signore!)
- Prò dimme ‘a verità: sò buoni? Marì ci sta un proverbio Inglese,
ca dice: " Se la condanna è l'impiccagione; o rubi un pollo
o una vacca; tu non rubare il pollo, ma rubati la vacca. Marì è palese!
Non posso cambiare cuscino? Con questo mi è venuto il torcicollo.
- Dottò, sta dicendo stronzate, però mi pare che le dice a palla di cannone.
- Un poco di pazienza ancora, poi lo vedrà migliorare a vista d'occhio.
- Gabriè, Voi navigate ancora a vista d'occhio, senza strumentazione?
Allora perciò ogni tanto qualcuno sbaglia rotta: "Andate a capocchio? "
I numeri al lotto! Mi sono scordato di prenderli, dopo tanto costrutto.
Oggi era Venerdì e c'è stata l'estrazione: 15-21- 89 sono usciti;
sulla ruota di Napoli, ma del jolly e la domanda non ricordo tutto…
Marì, ho vista una ragazza e mi sono venuti dei pruriti.
- Dove ti sono venuti i pruriti; dimmelo fetentone?
- Maria, mi vergogno, non te lo posso dire.
- Allora la testa è buona: "La tutinella la capisci schifone?”
Faremo i conti quando ritornerai in te, ora non posso infierire!
- All'isola di Ponza si è fermata... Aveva due Zizze grandi così!
E' stata un poco...e poi si è spogliata ed è venuta a terra: Marì;
aggiu visto Posillipo e Marechiaro.- Dottore; questo sta farneticando.
- Signò, questo sta fornicando! Lo lasci stare: si vede che sta ricordando.
- Maradona passa a Bagni, Bagni dribla mezza difesa, triangola
con Maradona...tira, tira! Maronn ‘e quando tira... goaaaaaal.
- Signora cosa ha passato vostro marito che grida a squarciagola?
- Niente! E' allo stadio; e Maradona ha segnato un goal!
- E a quanto stiamo adesso? - Don Alfrè mio marito sta delirando!
- Pure io bella signora. Che belli tiemp: allora eravamo rispettati.
Ora giochiamo con le provinciali... Se segnano ancora; mai per comando,
me lo dite? - State tranquillo Don Alfrè; vi aggiornerò sui risultati!
(Questo è un altro che sta partendo col cervello.) - Essere, non essere,
Bella; si chiama Rosa, na nenna a core a core. - Dottore ma questo pensa
sempre alla stessa cosa? - Beato lui signora, che se lo può permettere!
- Però questo furbacchione sta dicendo un sacco di stronzate, ma senza
svelare nessun segreto. - Perché secondo lei, suo marito ha qualcosa
da nasconderle? - Penso che ognuno abbia qualcosa che tiene soltanto
per se: magari una simpatia per una... e visto che di qualsiasi cosa
parla a ruota libera, questo non sarebbe il momento di svelare l'incanto?
- San Procolo, vi presento mia moglie. - Molto piacere! Ma il Santo
Vittò, non stava là? - Già è vero! Scusate San Prò ma che ci fate qua?
- Vittorio, tu se continui ancora un poco così mi mandi al camposanto;
o esco pazza io, e ti rimando da dove sei venuto: cioè all’aldilà!
- Marì, e signurine e capodichino facevano ammore cu ‘e marrucchini;
e marrucchini jevene annant’ e i signurine cu ‘e panz annanze.
- Ma questo quando sarebbe successo? - Alla fermata dei cappuccini!
- Queste signorine allora viaggiavano nella cumana? - No, dentro alle stanze!
- Signora, ma qua non si può più riposare da quando è uscito dal coma
suo marito; faccia qualcosa, lo faccia zittire. - Adesso caccio
la bacchetta magica e lo addormento: Tu guarda questa quanto è toma:
non vede che mio marito sta delirando e parla a casaccio?
Dottore posso approfittare di voi? - Signora approfittate e fatemi
quello che volete voi! - Dottò ma che vi debbo fare? teng’ stu guaio!
“Azz ‘u dottore manch ‘nce pare?” - Gabriè per cortesia fermatemi;
voglio scendere a cambiare l'acqua alle olive? Ca nu se piscia maio?
- Dottò volevo solo chiedervi se posso dargli a mangiare i menniccoli
un po’ brodosi? - Signora, cosa sono questi… Animali preistorici?
- Ma da dove sbarcate che non capite neanche il dialetto di Pozzuoli?
Dottò, sono le lenticchie, e so che il cervello ne trae enormi benefici
dal ferro che contengono. - Signora, capisco meglio "A leng e Menelich"
che il vostro dialetto. - Ero solo soletto, camminavo in un vialetto
quando uscì dal fitto bosco un diavolo cornuto e mi disse: "Allich, Allich":
questo cono gelato che in mano tengo, era per il mio diavoletto,
ma il calore già lo scioglie, perciò lo regalo a te! - Grazie diavolo
cornuto con due morsi l'ho fernuto, ci voleva: ho la bocca secca secca!
- Dottò, chist’ è poeta, sta facenne na canzona, e parole azzecca 'a volo;
fuss' Dio ca nce riuscesse, nce rimodernassemo a casa nuova e zecca!
- Signora se fate soldi ricordatevi di me: un regalo mica vi nuoce?
- Te farria o regalo che facette Betta a nipote:
"Arapetta ‘a casce e nce rialaio na’ noce."
- Dottò, questo sente; sente, capisce e ci sfotte: "A tene chesta dote!"
- Marì, tu nun me cridarraie; ma io aggiu parlato cu’ Gesù e cu’ padre Pio
personalmente. A Maronna non l’ho mai incontrata, però ho incontrato Dio.
- Pure Dio mo’? nun sei un poco esagerato, visto che ognuno che lo ha visto,
lo ha visto sempre come fuoco o fiamma? - No, io l’ho visto ca’ faccia e Cristo;
sulo ca teneva na capellera janca che splendeva chiù assai di tutto il firmamento,
tanto che per non cecà mi son coperto con il braccio gli occhi. Fermati un momento!
l’aggio ditto. - E Isso? - E Isso buono buono s’è fermato senza fa’ questioni:
però di tutto il frutto del discorso, ricordo solo che mi voleva uccidere Berlusconi.
- E non te lo sei fatto uccidere? - All’ultimo momento mi è venuta pietà
ed ho detto: Eccellenza tiene i figli, lasciamolo sta’: facimmilo campà.
Marì io par’ accussì, ma po’ nun teng o curaggio e fa male ‘a na mosca.
- Pe’ chest’ siamo gli unici che in casa usiamo ancora il sosciamosca!
- Marì, zia Consiglia m’acciss… - Come è possibile, se tu mi godi ed io ancor ti godo?
- Marì, zia Consiglia m’acciss… - N’ata vota? - Marì m’acciss… aspetta tengo un nodo
in gola e non riesco a dirlo… m’acciss… m’acciss… m’acciss o pucuriello.
- E quand’è che sarebbe succieso questo erbivoricidio? - Quand’ero piccirillo!
- E mo’ si viecchio e to’ ricuord’ ancora? - Una sola volta nella vita, chissà per quale
fortuna riuscii ad avere un agnellino… - Marì ma chi è passato prima San Pasquale?
- No, ti sei sbagliato: era San Lorenzo. - E non gli hai chiesto che vuleva a ca?
- Comme no! A ditto che andava Arenaccia a comprà quattro papaccia pe’ salà.
- Marì venette Pasqua e o posto d’accidere a Gesù vulevano accidere ‘u pucuriello mio.
Io me ne fujette di casa e ritornai solo quando mammà mi assicurò che quel povero dio
l’avrebbe fatta franca… San Prò sedetevi, non si paga niente: che facite là accuvata?
Passò Pasqua… e vienimi pesca metti il culo nell’evera fresca. Marì ti sei bagnata?
- Non ti preoccupà qua non piove. - Chiove e maltempo fa, a casa e lat’ nun si può sta’.
- Signò se po’ sapè stu’ pucuriello che fine facette? - Don Alfrè facitelo raccuntà!
- Però accussì me fa venì e turcimiento e panz’? - E io che ci posso fa’?
- Nu turcimiento e panza ce venette o nonno e Catrese e tutti stevene a magnà!
- Vittò ci vuoi dire a Don Alfredo che fine facette o pucuriello:
ch’è curiuso, e non ce la fa più ad aspettare chillu puvuriello?
- Lo trovai squartato appiso ‘a nu’ gancio quando turnai da’ scola.
‘A zi Cunsiglia gliene aggiu mannat’ muort: a essa e suo nonno in carriola!
- Poi si lamentano d’incontrare nella vita gli “Unabomber e gli emarginati,
dimenticandosi dei bambini che da piccoli vengono traumatizzati?
- Marì e a primma vota che sento ascì a sta’ vocca na’ parola bona!
- Meglio che me sto’ zitto, se no annant’ a chesta gente me fai sfilà ‘a curona!
- Procolo, Procoloo! - Mo sta ncielo nata vota? .- Mo' ‘ngiarmamm’
qualcosa!… E miettete sta cammisa into ‘o cazone: me pare Patacchiello.
Apparecchio Americana votte e bombe a taralluccio... Mammà allarmm?
fuimme sotto ‘a rotta. Allarme son fascista... San Gennà comme si bello:
quanne ‘e bombe ‘e vutte a'mmare! Sciò sciò ciucciuvè!
A matina senza pane e a notte che reoplano. - Dottò, mo' sim nguerra!
- Lasciatelo sfogare! - Forza Juve! Forza Juve!
- Adesso siamo allo stadio. - Signò, vostro marito fa la guerra
e voi il dopoguerra! Scusate signò, ma voi gli fate l'eco
e disturbate più voi che lui! - Ma a voi chi ve la dà sta' confidenza?
- Signò, ma quale confidenza, qua sono giorni che non ceco!
- Signò che partita è andato a vedere oggi suo marito? - Oggi senza
dirmelo se n’è andato; Don Alfrè! - Mannaggia! se sapevo ci andavo
anch'io! - Sapite come jeveve belli: "Faciveve a cumpagnia
e pettelanculo e compagni!" - Marì sciusc' e nun guardà! - Guardavo
a isso: nun tenevo che fa! - Volete fa silenzio: per cortesia!
- Signò, ma io lo vedo loco a Don Vittorio: già è turnato?
- Si, Don Alfrè, è turnato. (Tu vir nu poco che guaio che s’è passato? )
- Signò, va ditto chi ha segnato? - Sempre lo stesso. - Allora Maradona?
Signò, chill quand’ tene ‘e palle sotto, nun perdona!
- Uocchie che mi parlate, mi arricurdate a primma giuventù. - Dottoree!
- E Sant'Anna faceva o pane, rint a martola o 'mpastava...
Tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore...
O barbiere vuttai nu pirito e ci jette nmocca a Minico. - Dove stava
dottore? - Cosa è successo? - Dottò questo ha cambiato registro
e sta cantando tutte quelle cose sciocche che cantavo io da bambina!
- Signora, piano piano suo marito si riprende; ora gli somministro
qualcosa per aiutarlo:..."Ha ripreso a vivere dalla vita uterina...
ed è arrivato già a bambino. Vedrà che pian piano la psiche da bambino
si rinforza e fra uno o due mesi arriverà, (e ringrazi la Madonna)...
- Voglio una donnaa; Voglio una donnaaa! Voglio una donna senza gonna!
- Dottore, dov'è arrivato adesso? - Lui non lo so, ma io in un casino!
Questo è c... capace di mandare tutte le teorie che mi ero fatto
in tanti anni di studio e sacrifici a carte e quarantotto.
- Dottò non vi rammaricate: quello sempre così è stato: "Non ha tatto
e ha sempre rotto!" Io me mantengo; ma po' quando si regne o barilotto;
Maria sbotta... e so relure ‘e panza! - Marì; quand'ero vivo conoscevo
un dottore con questo nome: Ti ricordi? - Come no! E' stato uno di quelli
che ti ha fatto operare di tiroide all'ospedale Cardarelli!
- Allora perciò sono morto? Mi ricordo... a notte nun durmevo...
- E non mi facevi dormire: questo non lo dici? - Marì dimme ‘na cosa: A te a carcioffa
te piace sciota ‘o ‘nfacce ‘o mazz? - Comme ci piace a sorete! - Nella mia mente
mai avrei potuto immaginare che avevate gli stessi gusti! - Chi, io e quella gaglioffa?…
ma guarda questo che figura mi fa fare davanti al dottore e tutta questa gente!
- Marì aggiu ‘ncuntrato ‘a sorete miez’ a via e a fatto finta ca’ nun me cunosce…
San Prò muvitive: stammatina che tenite e ghiorde rint’ e cosce,
o tenite a paposce? - Dottò a chist’ mo' to scinno: è nu’ sfaccimmo:
Vo' tenner semp'isso a bacchetta ‘mmano e cummannà dall’ultimo ‘o primmo.
- 'O primm ammore nun se scorda mai! - E chi è stato 'u primm' ammore tuoi?
- Tu Marì! - Dottore ma questo neanche uscito dal coma gli esce una parola?
- Perché non gli credete che il primo amore suo siete stata voi?
- Dottò mettesse 'a mane dint' 'o fuoco! Chistu faceva a spola!
- Teneva un'altra mentre stava con voi? Questo no, però non so se gli capitava!
- Signò, se uno vuole le occasioni se le cerca, non aspetta che gli arrivano per posta.
- Dottore questo sembra uno tranquillo che si fa i fatti suoi, invece tiene la capa tosta,
e quanne sente l'odore da gunnella... lo dovevate vedere sulla spiaggia come si intostava!
faceva amicizia con tutte le ragazze: era off limite chi superava i trent'anni.
- Lo avete mai visto fare qualcosa di strano con queste ragazze? - No, mai niente!
- E allora? - E alloraaa con la bionda e con la moraaa me ne andavo a passeggià.
Una sotto al braccio quà, l'altra sotto al braccio là, l'altra sotto...- Pozza passà niente!
Vittò ma tu quante braccia tenevi? - Otto come il polpo! - E andavi toccando le polpesse?
Dimmi la verità, io nun te rico niente. - Marì se m'arricurdasse to' dicesse.
L'unica cosa che m'arricord' da purpessa è che tiene le cosce lunghe, è pelosa ed è marroncina.
- Signora abbiate pietà di un povero ammalato, mettetici in mano una coroncina
e ditevi due preghiere a bassa voce. Qua nun si riposa né di giorno e né di notte.
- Don Alfré fernitela e fa 'o scemo, pecché se me sfastirio io v'arronzo.
- Marì chi ha parlat'? Mi è paruto di sentire nelle orecchie la voce di uno stronzo.
- Bravo! E' 'a primma cosa bona che hai detto anfino a mò! - Chi e vo' crude e chi e vo' cotte,
ca' nu se rorme juorne e notte, dicitice allo stronzo ca io teng suonne e me facesse durmì!
- E' ghiuta a carne a sotto e i maccarun' 'a coppe, all'urdeme chillo che nun fa durmì song'ì?
- Marì, levame na' curiosità, ma sorete addò a tene, e se a tene ancora a proboscide?
- Guarda che le mie sorelle non tengono proboscide... domanda alle tue! - Marì vide
buono che la tengono: io l'aggiu vista! - Guarda che le conosco avanti e indrè a tutte e tre,
e ti posso assicurare... - Signora dicitece che la tengono, basta che ve state zitte!
- Ma pecché gli devo dire una bugia? e poi a voi chi vi dà questa confidenza Don Alfrè?
di intromettervi nelle proboscidi delle mie sorelle? - Signora, mi vengono le fitte
al cuore quando parlo con voi! - Allora nun parlate! Dottò quello non la smette,
ed ha le fitte al cuore! - Chi sta morendo? - Dottore, ormai mi sono già grattato.
- Vi siete grattato e nun site muort' chiù? - Ho solo cacciato le cicciuvette!
- La ciucciuvettola sarei io? - Signora calmatevi, ricordatevi che anche lui è malato!
- Dottò è vero ch'è malato, però è pure cacacazzo. - Marì t'arricuord o' marisciallo Fontana?
quello che abitava con la mugliera e la sorella sopra di noi nello stesso palazzo?
- Comme nun me ricordo e sofferenze 'e chelle doje puverelle? - Marì chill' era pazzo!
Era stato fatto prigiuniero in Africa e tenuto attaccato 'nterra na' semmana.
'O spalmavano e miele e 'o facevano magnà dalle furmiche grosse comme 'a scarafoni!
- Signora ma è vero quello che sta dicendo suo marito? - Sì è tutto vero dottore.
- Allora siamo sulla buona strada, sta migliorando a vista d'occhio. - Per favore
scioglietemi, devo andare all'aldilà! - Perché ve ne volete andare: noi non siamo buoni?
- Non è questa la questione, è che mi sono scordato di andare a trovare Che Guevara.
- Rimettetevi ancora un poco e poi ve lo faccio andare a trovare io con la Fanfara.
- Come fate a sapere dove sta, se non siete mai stato all'aldilà? Perché fate il mastro,
quando nun sapite gniuvà le semmenzelle? - Io vi mando a Cuba, da Fidel Castro.
Lì c'è il museo di tutta la rivoluzione contro il dittatore e usurpatore Batista.
- Manca l'incastro, fra dove è nato e dove è morto. Io nell'aldilà mi ero fatto una lista
delle domande che gli volevo fare, qui con chi parlo con le foto del comandante?
- Ci sono le foto, le lettere e ci sono tutte le risposte alle vostre domande.
- Dottò, m'avite pigliato per fesso? Fa' comme a Marzullo che dà le risposte senza domande?
- Lì è spiegato tutto ciò che ha fatto, quindi... - Romolé curr' e mitt' in moto!
Io devo tornare a trovare Che Guevara e questi mi voglio impapocchiare con due foto.
Romolè hai fatto il pieno? Le scelle le hai fatto pulire? Le hai contate tutte quante?
- Vittò statte cu me, nun me lassà, a casa tenimme a libreria rignuta,
di libri che parlano dei fatti. - Ma San Proculo e 'a cumpagnia, addò è ghiuta?
Se li vedete fateli aspettare! Marì, t'arricuord a Don Espedito e la sua jacuvella?
- Certo, e chi se la può scordare! Che vergogna pe' chella signora int 'o palazz' e Mirabella!
- Marì, li ho trovato là sopra che ancora filavano. - Vittò, tu overament rice?
- A proposito, mi ero scordato di dirti che ho incontrato tuo padre e chella chiappa e 'mpese
di tua madre. - Mio padre, ma mia madre è viva! - Marì tua madre è come all'Araba Fenice,
se ne esce pure a dint' 'o fuoco! Marì con essa c'era pure la mamma di Castrese!
- Pure Donna Cuncettina è ancora viva! - Sì lo so' che anche lei era in ricognizione!
Marì, annascunnete, fa' ampresse, arrivano i tedeschi e te portano 'a stazione,
po' te mettene rint' a nu' carro ferroviario per animali, e chi parte non ritorna più!
Marì, quanta cose brutte che ho visto, solo due incontri sono stati belli: Mammà, e Gesù!
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